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Inviato: ven 03 feb 2012 10:21 pm
da plcet
dalmos ha scritto:lascia le cose come stanno.

quindi pensi che.....la differenza di "misurazione" della resistenza....43 la nuova e 34 la vecchia, non portino a troppo surriscaldamento o eccessiva tensione?!?!??! vado tranquillo così???rimonto il tutto e va bene??? era una sicurezza "uomo/impianto"

Inviato: sab 04 feb 2012 12:22 am
da giovanni
Visto che siamo in tema di resistenze approfitto per chiedere anch'io una cosa.
Avevo una vecchia bistecchiera nella quale da molto tempo la resistenza riscaldava meno e non diventava più rossa.
Alla fine, un bel giorno, l'ho accesa ed è saltato il differenziale... ed ho dovuto gettarla.
Il fatto che disperdesse a massa era chiaro... meno, invece, il motivo per cui
ha tirato avanti tanto tempo ad una temperatura ridotta...
Cosa era successo al filamento? L'unica cosa che mi era venuta in mente era che alcune spire, all'interno della ceramica, fossero in corto...
Altre ipotesi?

:
Inviato: sab 04 feb 2012 7:24 pm
da dalmos
Le resistenze elettriche corazzate impiegate nella cottura di cavità sono soggette a temperature elevate (500°C-900°C) ed a rapidi quanto frequenti transitori termici (on-off) che ne mettono a dura prova l'integrità e la tenuta nel tempo. In tali condizioni estreme la scelta e la lavorazione dei materiali debbono poter contare su know-how e tecnologie di avanguardia che traducano in un prodotto affidabile, sicuro e durevole le specifiche funzionali assegnate a ciascuna applicazione. Tratti essenziali della classica struttura di una resistenza elettrica tubolare sono:
- spirale di filo resistivo (leghe in Ni/Cr/Fe/Al)
- dielettrico granulare (MgO)
- guaina metallica (AISI, Incoloy)
- perni terminali di connessione
- sigillatura
- boccola isolante.
In particolare, alla sigillatura viene demandato il compito di mantenere quanto più possibile inalterate nel tempo le proprietà di isolamento elettrico tra spirale resistiva e corazza conferite dall'elevata purezza ed essiccazione dello strato di ossido di magnesio. Tale aspetto risulta di fondamentale importanza per un impiego sicuro e soddisfacente del prodotto. L'eventuale danneggiamento o degrado della sigillatura comporta infatti il progressivo assorbimento dell'umidità atmosferica da parte dello strato dielettrico, il conseguente aumento della conducibilità elettrica di quest'ultimo, la successiva dispersione a terra della fase in tensione, l'immediato distacco dell'alimentazione di rete per l'intervento di un interruttore di sicurezza.

Inviato: sab 04 feb 2012 8:06 pm
da giovanni
Ho letto tutto con attenzione... ma a meno che non mi sia sfuggito qualcosa, la risposta alla mia domanda non l'ho trovata: perché la resistenza ha continuato a funzionare "normalmente" per molto tempo, però ad una temperatura inferiore? Se le spire fossero state (alcune) in corto, avrebbero provocato quell'effetto li, oppure no?
Inviato: sab 04 feb 2012 9:22 pm
da Capitan Farloc
Se alcune spire fossero andate in corto, questo avrebbe provocato una riduzione valore resistivo, e per la legge di Ohm, a parità di tensione, se la resistenza diminuisce aumenta il passaggio (intensità) della corrente e di conseguenza la temperatura sarebbe aumentata e non diminuita.
Una ipotesi invece potrebbe essere che con il tempo la resistenza si è materialmente "consumata" con il conseguente assottigliamento del metallo che la compone. In questo caso il valore resistivo potrebbe aumentare e diminuire di conseguenza la potenza e quindi la temperatura raggiunta.
Inviato: sab 04 feb 2012 10:59 pm
da dalmos
Oltre quello appena detto da Capitan Farloc , che approfitto per salutare,
aggiungo che anche Il materiale dielettrico che ricopre il filamento perde le sue caratteristiche, pure , creando una cattiva emissione conduzione di calore verso l'esterno della corazza di metallo .
Inviato: sab 04 feb 2012 11:20 pm
da giovanni
Anch'io pensavo che se erano andate in corto le spire la resistenza avrebbe dovuto scaldare di più... però francamente all'ipotesi che fosse diminuita la sezione del filo non avevo pensato. Invece mi pare che sia l'unica possibilità.
Peccato aver gettato la bistecchiera...ora mi sarebbe piaciuto verificare la "nostra" teoria. Per l'altra ipotesi, della modificazione strutturale del dielettrico, non saprei dire; difatti, se è un isolante, se perde le sue caratteristiche dovrebbe isolare meno e non di più. O no?
Inviato: sab 04 feb 2012 11:35 pm
da dalmos
Non confondere l'isolamento elettrico con quello termico.
Inviato: sab 04 feb 2012 11:38 pm
da giovanni
Hai ragione.. però mi rimane difficile immaginare un isolamento elettrico che non sia anche termico.
Inviato: sab 04 feb 2012 11:47 pm
da dalmos
Mi dispiace contraddirti ,ma se fosse anche isolante termico sarebbe un controsenso ,in quanto non potrebbe assolvere al suo compito.
Inviato: dom 05 feb 2012 12:50 am
da giovanni
No no, non preoccuparti di contraddirmi... io non ho "affermato" niente.

Difatti, cerco solo di capire come può essere che un dielettrico (isolante elettrico) al momento che perde le sue caratteristiche di conducibilità termica riesca a conservare nel contempo le sue capacita di isolante elettrico.
Inviato: dom 05 feb 2012 9:37 am
da dalmos
Occorrerebbe un esame di laboratorio.

Inviato: dom 05 feb 2012 11:27 pm
da plcet
dalmos ha scritto:Occorrerebbe un esame di laboratorio.

Dalmos....mi hai abbandonato????

quindi pensi che la differenza di misurazione del tester, non porti a surriscaldamenti del filo o faranno saltare la luce????

Inviato: mar 07 feb 2012 6:17 pm
da dalmos
Va tranquillo ,abbi fede :!:
Inviato: mar 07 feb 2012 9:31 pm
da plcet
dalmos ha scritto:Va tranquillo ,abbi fede :!:
io ho fede...... non metto in dubbio la tua esperienza!!!

grazie dalmos
